Biblioteca (lettura pubblicata dalla BBT the bhaktivedanta book trust international)



Ritorno a Krishna

La rivista del movimento Hare Krishna

volume 3 n. 5

Maggio 1991

Dio è luce. L'illusione è tenebre. Dove c'è Dio non c'è illusione.










Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada

Fondatore Acarya dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna.

Srila Prabhupada arrivò dall'India in Occidente nel 1965, all'età di sessantanove anni, per soddisfare la richiesta del suo maestro spirituale: insegnare la Coscienza di Krsna in Occidente.
In dodici anni ha pubblicato più di settanta volumi di traduzione e commenti degli antichi testi classici vedici.
I suoi libri, ora disponibili anche nella versione italiana e in altre cinquanta lingue, sono stati adottati come testi di studio nelle maggiori università del mondo.
Viaggiando in Europa, America, Australia, Asia e Africa, Srila Prabhupada ha strutturato questo movimento in una confederazione mondiale di asrama, scuole, templi, centri culturali e comunità agricole.
Ha lasciato questo mondo nel 1977 a Vrndavana, in India, il luogo più caro a Sri Krsna.
I suoi discepoli portano avanti il movimento a cui egli ha dato vita.


RITORNO A KRISHNA

la rivista mensile dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna.
Quando Srila Prabhupada fondò questa Associazione a New York nel 1966, spiegò gli obiettivi che si prefiggeva.

1. Diffondere sistematicamente la conoscenza spirituale in tutta la società ed educare ogni individuo alla pratica della vita spirituale per bilanciare lo scompenso di valori nel mondo attuale e raggiungere una pace e un'unità reali.
2. Diffondere la Coscienza di Krsna così come ci viene rivelata dalla Bhagavadgita e dallo Srimad-Bhagavatam.
3. Portare i membri dell'associazione a vivere insieme e avvicinarli a Krsna, l'Essere Supremo, promuovendo così l'idea, tra i membri e il resto dell'umanità, che ogni anima è una particella infinitesimale qualitativamente uguale a Dio, Krsna.
4. Insegnare e promuovere il movimento del Sankirtana, il canto congregazionale dei Santi Nomi di Dio, come ci ha rivelato nei Suoi insegnamenti Sri Caitanya Mahaprabhu.
5. Erigere per i membri e per il resto della società un luogo dedicato ai divertimenti e alla personalità di Krsna.
6. Unire i membri per insegnare uno scopo di vita più semplice e naturale.
7. Pubblicare e distribuire periodici, libri e altri scritti per raggiungere gli obiettivi sopraelencati.












La Rivista del Movimento Hare Krishna

RITORNO
A KRISHNA

FONDATA NEL 1944

FONDATORE (sotto la direzione di
Sua Divina Grazia Sri Srimad
Bhaktisiddhanta Sarasvati Prabhupada)
Sua Divina Grazia
A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada

DIRETTORE RESPONSABILE:
Alida D'AmbrosioAli Krsna devi dasi

REDATTORE CAPO:
Parabhakti devi dasi

FOTOGRAFIA:
bhakta Nicola

PROOF READING:
Pancaratra dasa, Arcana vidhi dasi

TRADUZIONI: Radhakunda dasi, bhaktin Nicoletta, bhaktin Rossana

COMPOSIZIONI: Ananga Manjari dasi

AMMINISTRAZIONE: Nimai Pandita dasa

SERVIZIO ABBONAMENTI: Dana-nistha devi dasi

PRONUNCIA. La translitterazione dei termini sanscriti contenuti in questa rivista è stata eseguita secondo un metodo adottato internazionalmente. La a si pronuncia a chiusa. La a si pronuncia a, aperta e lunga. La i si pronuncia i lunga. La u si pronuncia u lunga. La j si pronuncia g dolce. La r si pronuncia ri. La s si pronuncia sc (come in scena), altrettanto s ma più sibilante. La h è sempre aspirata. Krsna si pronuncia Krishna (il suono sc è dolce); Caitanya si pronuncia Ciaitanya.

NOMI SPIRITUALI. I membri dell'I.S.K.CON., l'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krsna, ricevono uno dei nomi di Krsna o di un Suo grande devoto seguito dal suffisso dasa (dasi per le donne) che significa "servitore". Per esempio il nome Krsna dasa significa "servitore di Krsna".

ABBONAMENTI. RITORNO A KRISHNA esce tutti i mesi escluso agosto. Per informazioni sugli abbonamenti scrivere a:
B.B.T. Italia  Ufficio Abbonamenti - Via Bonazza 12
50028 Tavarnelle Val di Pesa FI
Tel. 055/8076414, Fax 055/8076630

© Bhaktivedanta Book Trust  Tutti i diritti riservati

RITORNO A KRISHNA  Pubblicazione mensile registrata presso il tribunale di Milano n° 199 del 13/03/89

VOL. 3 N. 5 - Maggio 1991

Bhaktivedanta Book Trust Italia

Strada Bonazza 12  50028 Tavarnelle Val di Pesa - FI

STAMPA: Centro Arti Grafiche  Como











I CENTRI HARE KRSNA IN EUROPA

GRAN BRETAGNA E IRLANDA: Belfast  Irlanda del Nord  140 Upper Dunmurray Lane, Belfast, Tel. 621757/ Dublin  Irlanda  1, Crow St., Dublin 2, Tel. (01) 773997/ Leicester  Inghilterra  30, Rendell Road, Leicester. Tel. (0533) 681256/ Manchester  Inghilterra  20, Maifield Rd. Whalley Range, Manchester M16 8FT, Tel. (061) 2264416/ London (city) Inghilterra  10 Soho St., London W1, Tel. (01) 4373662 / London (country)  Inghilterra  Bhaktivedanta Manor, Letchmore Heath Watford, Hertfordshire W2 8EP, Tel. (09276) 7244 / Scozia  Karuna Bhavan  Bank House Rd.. Lesmahagiow, Lanarkshire, Tel. (0555) 894790  COMUNITA' AGRICOLE  Lake Island of Inish Rath  Lisnaskea, County Fermanagh Northern Ireland, Tel. (3657) 21512 - RISTORANTI  Dublin  Irlanda  Golden Avatar, Tel. (01) 795933/ London  Inghilterra  Govinda's  9/10 Soho St., Tel. (01) 4733662 - ITALIA: Bergamo  Villaggio Hare Krishna  24040 - Chignolo d'Isola (BG), Tel. (035) 490706/ Bologna Via Ramo Barchetta 2  Castagnolo Minore, Bentivoglio, Tel. (051) 863924 / Cagliari Flumini di Quartu, Loc. Niu Crobu  Tel. (070) 805534/ Catania  Via Roma 249, Mascalucia (CT), Tel. (095) 823474/ Napoli  Via Vesuvio 33/35, Ercolano (NA). Tel. (081) 7390398 / Padova  Via delle Granze 107, Loc. Camin (PD), Tel. (049) 760007/ Roma  Via Tor Tre Teste 142  Tel. (06) 262913/ COMUNITA' AGRICOLE: Firenze  Villa Vrindavana  Via Comunale degli Scopeti 103, San Casciano Val di Pesa (FI), Tel. (055) 820054/ Contone (Svizzera Italiana)  Fattoria Nandagrama  Canton Ticino, Tel. (004192) 622747/ RISTORANTI: Catania  Govinda  Via San Nicolò al Borgo 28, Tel. (095) 552252/ Milano  Govinda  Via Valpetrosa 3/5, Tel. (02) 863924/ Roma  Govinda  Via San Simone 73A (Via dei Coronari), Tel. (06) 6541973/ ALTRI PAESI EUROPEI: Amsterdam  Olanda  Krishna Dam, 225 Ruysdaelkade, 1072 AW, Tel. (020) 751404/ Atene  Grecia  Poseidonos 27 Iliupoli, 16345, Tel. (1) 9937068 / Barcellona  Spagna  C: de l'Oblit 67, 08026, Tel. (93) 3479933 / Bergen  Norvegia  Storhaugen 6, Tel. (05) 290545 / Bruxelles  Belgio  49 Rue Marché aux Poullet, Tel. (02) 5138605/06 / Copenhagen  Danimarca  Kongens Tvaeurej 11, Tel. (01) 868581 / Dudingen  Svizzera  Im Stillen Tahl, CH 3186 (FR), Tel. (0) 432698 / Gothenburg  Svezia Hare Krishna Center, Grimmeredsvagen 103, 42169 Vastra Frolunda. Tel. (031) 290966/ Grodinge  Svezia  Korsnas Gard 140, Tel. (0753) 29151 / Helsinky  Finlandia  Govinda's, JAAKArinkatu 10D, Tel. (065) 0039/ Heidelberg  Germania  Kurfursten Anlage 5, Tel. (06221) 15101/ Septon  Belgio  Chateau de Petit Somme, Tel. (086) 322480/ Stoccolma  Svezia  Fridhemsgatan 22, Tel. (08) 549002/ Valencia  Spagna  c: de Almirante Cadarso 12, Vedat de Tonrente, Tel. (961) 55962/ Vienna  Austria  Center for Vedic Studies, Liechtensteinstrasse 23/II, Tel. (0222) 3101033 / Zurigo  Svizzera  Bergstrasse 54, Tel. (01) 693279/ COMUNITA' AGRICOLE: Bavarian Forest (Bayrisher Wald) Germania  (NavaJiyadaNrsimhaKsetra), Contattare ISKCON Heidelberg / Brihuega  Spagna  New Vraja Mandala, (Santa Clara) Brihuega, Guadalajara, Tel. (11) 280018 / Jarna  Svezia  Almviks Gard, Tel. (46) 75552068 / Valencay  Francia  (New Mayapura), Lucay le Male, 36600, Tel. (54) 402688










CALENDARIO VAISNAVA

Sri Gaurabda 505  1991/92 d. C.
Maggio

10 venerdì, Varuthini Ekadasi
11 sabato, Dvadasi
22 mercoledì, apparizione di Sita devi
24 venerdì, Mohini Ekadasi
25 sabato, Dvadasi
27 lunedì, Nrsimha Caturdasi, digiuno fino a mezzogiorno
28 martedì, Apparizione di Madhavendra Puri e di Srinivasa Acarya










VOL. 3 N°5

CAMBIANDO CORPI
Discorso di Sua Divina Grazia Srila Prabhupada

L'IRA SUPREMA
La storia di Sri Nrsimhadeva tra la suprema collera e l'amore trascendentale.

SRI SIKSASTAKA
Gli otto versi composti da Sri Caitanya Mahaprabhu.

I dialoghi di Srila Prabhupada
LAVORARE COME MULI

Libri
SRIMADBHAGAVATAM
Continua la pubblicazione del più grande classico della spiritualità tradotto da Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada.

L'OSSERVATORE VEDICO
Commenti a fatti e avvenimenti del nostro tempo.

LA SCIENZA DELLA REALIZZAZIONE DI DIO
L'estratto di una trasmissione televisiva sulla Verità Assoluta.

LA FESTA DELLA DOMENICA

CANTATE HARE KRSNA E SIATE FELICI







IN COPERTINA:
Krsna,
Dio la Persona Suprema,
con la Sua eterna compagna,
Srimati Radharani,
la Sua energia di piacere,
non differente da Lui.
Ella è la personificazione
del più elevato e intimo
servizio devozionale
all'Essere Supremo,
e con Lui scambia la più alta
forma di amore trascendentale:
la relazione coniugale
(srngara rasa) nella dimora
spirituale di Goloka Vrndavana.















CAMBIANDO CORPI

Una conferenza di Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada, FondatoreAcarya della Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna, agosto 1973, tempio Hare Krsna di Londra.



dehino smin yatha dehe
kaumaram yauvanam jara
tatha dehantara-praptir
dhiras tatra na muhyati
(Bg 2.13)

"Come l'anima incarnata passa, in questo corpo, dall'infanzia alla giovinezza, alla vecchiaia, così l'anima passa in un altro corpo all'istante della morte. Ma l'anima realizzata non è turbata da questo cambiamento.''

Di solito la gente non riesce a comprendere questo semplice verso. Per questo Krsna dice: dhiras tatra na muhyati: "Solo una persona saggia può capire." Ma dov'è la difficoltà? Krsna ha spiegato tutto in modo così semplice! Ci sono tre stadi nella vita. Il primo, kaumaram, dura fino all'età di quindici anni. Dai sedici anni comincia la giovinezza, yauvanam. Poi, dopo i quaranta, cinquant'anni, si diventa vecchi, jara. Quindi i dhira  persone sensate con la testa sulle spalle  sono in grado di capire: "Ho cambiato corpo. Ricordo come giocavo e saltavo quando ero bambino. Poi sono diventato uomo e ho cominciato a godermi la vita con la famiglia e gli amici. Ora sono vecchio e quando questo corpo morirà, entrerò in un nuovo corpo.''
Nel verso precedente. Krsna ha detto ad Arjuna: "Noi tutti: tu, Io e tutti i soldati e re che sono qui presenti  siamo esistiti in passato, esistiamo ora e continueremo a esistere in futuro." Lo dichiara Krsna. Ma i mascalzoni diranno: "Come potevo esistere in passato? Sono nato nel tale anno. Prima di allora non esistevo. Ora esisto. Mi sta bene. Ma non appena morirò, non esisterò più." Ma Krsna dice: ''Tu, Io, noi tutti, esistevamo, esistiamo e continueremo a esistere." E' forse sbagliato? No, è un dato di fatto. Noi già esistevamo prima della nostra nascita, in un altro corpo; e dopo la nostra morte continueremo ad esistere in un corpo diverso. Bisogna capirlo.
Per esempio, settant'anni fa ero un bambino, poi sono diventato un giovane e ora sono un vecchio. Il mio corpo è cambiato ma io, il proprietario del corpo, non sono cambiato. Dov'è quindi la difficoltà nel capire? Dehino 'smin yatha dehe. Dehinah significa "il proprietario del corpo" e dehe significa "nel corpo.'' Il corpo cambia ma l'anima, il proprietario del corpo, non muta.
Chiunque può comprendere che il suo corpo è cambiato. E allo stesso modo, nella prossima vita, il corpo ancora cambierà. Ma potremmo non ricordarcene; questa è un'altra faccenda. Nella scorsa vita, cos'era il mio corpo? Non ricordo. La dimenticanza è la nostra natura, ma il non ricordare qualcosa non significa che non sia avvenuta. No. Durante la mia infanzia ho fatto tante cose che non ricordo, ma mia madre e mio padre si ricordano. Quindi, dimenticare qualcosa non significa che non sia successa.
Allo stesso modo, morte significa semplicemente scordare ciò che ero nella mia vita passata. Questa è la morte. Altrimenti io, anima spirituale, non muoio. Supponiamo che mi sia cambiato d'abito. Nella mia infanzia indossavo un certo tipo di abiti, nella mia giovinezza ne indossavo altri, ora, nella mia vecchiaia, quale sannyasi (rinunciato) indosso abiti ancora diversi. Gli abiti possono cambiare ma ciò non significa che il proprietario degli abiti sia morto e sepolto. No.
Questa è una spiegazione semplice della trasmigrazione dell'anima.
Inoltre, tutti noi siamo esseri individuali. Non ci potrà essere alcuna fusione. Ciascuno di noi è un essere individuale. Dio è individuale e anche noi lo siamo. Nityo nityanam cetanas cetananam: "Fra tutti gli esseri individuali, eterni, coscienti, Uno è supremo." La differenza è che Dio non cambia mai il Suo corpo mentre noi lo cambiamo nel mondo materiale. Quando andremo nel mondo spirituale, non cambieremo più corpo. Proprio come Krsna ha la Sua saccidanandavigraha, una forma eterna di beatitudine e conoscenza, così quando tornerete a casa, quando tornerete da Krsna, avrete anche voi un corpo simile. La differenza è che quando Krsna viene in questo mondo materiale, Egli non cambia corpo. Perciò uno dei Suoi nomi è Acyuta, ''l'infallibile."
Krsna è immutabile. Non fallisce mai perché Egli è il controllore di maya, l'energia materiale. Noi siamo controllati dall'energia materiale e Krsna è il controllore dell'energia materiale. Questa è la differenza tra Krsna e noi. E non solo Egli controlla l'energia materiale ma controlla anche l'energia spirituale, tutte le energie. Ogni cosa che vediamo, tutto ciò che è manifestato, è energia di Krsna. Proprio come la luce e il calore sono energie del sole, tutto ciò che è manifestato proviene dalle energie di Krsna.
Ci sono molteplici energie che sono state suddivise in tre principali: l'energia esterna, l'energia interna e l'energia marginale. Noi esseri viventi siamo l'energia marginale. Marginale significa che possiamo rimanere sotto l'influenza dell'energia esterna o possiamo rimanere sotto l'influenza dell'energia interna, come preferiamo. C'è indipendenza.
Dopo aver enunciato la Bhagavadgita, Krsna dice ad Arjuna: yathecchasi tatha kuru: "Puoi fare qualsiasi cosa ti piaccia." Krsna offre questa indipendenza ad Arjuna. Non costringe nessuno ad arrendersi. Non va bene. Una cosa forzata non regge a lungo. Per esempio, noi consigliamo ai nostri studenti: "Svegliatevi presto la mattina." E' il nostro consiglio. Non obblighiamo nessuno. Naturalmente, noi possiamo obbligare una persona una o due volte, ma se non la alcuna pratica, obbligarlo non servirà a niente.
Allo stesso modo Krsna non costringe nessuno a lasciare questo mondo materiale. Tutte le anime condizionate sono sotto l'influenza dell'energia esterna, o materiale. Krsna discende per liberarci dagli artigli dell'energia materiale. Poiché noi siamo frammenti infinitesimali di Krsna, noi siamo tutti direttamente figli di Krsna. E se un figlio è in difficoltà, anche il padre, indirettamente, soffre. Supponiamo che il figlio diventi un pazzo o uno sfaccendato. Il padre se ne dispiacerebbe molto: "Oh, mio figlio vive come un miserabile." Quindi, il padre non è felice. Allo stesso modo, in questo mondo materiale le anime condizionate soffrono molto vivendo come miserabili e mascalzoni. Quindi Krsna non è felice. Perciò Egli discende personalmente ad insegnarci come ritornare a Lui (Yada yada hi dharmasya glanir bhavati... tad atmanam srjami aham).
Quando Krsna discende, viene nella Sua forma originale. Ma sfortunatamente noi Lo crediamo un nostro simile. In un certo senso, Egli è uno di noi poiché è il padre e noi siamo i Suoi figli. Ma Egli è il capo: nitya nityanam cetanas cetananam, è più potente di noi. E' il più potente. L'Onnipotente Supremo. Noi abbiamo un po' di potere ma Krsna ha un potere infinito. Questa è la differenza tra Krsna e noi. Noi non possiamo uguagliare Dio. Nessuno può essere uguale a Krsna o più grande di Lui. Siamo tutti inferiori a Krsna.
Ekale isvara krsna, ara saba bhrtya: tutti sono servitori di Krsna; Krsna è il solo maestro. Bhoktaram yajna-tapasam sarva-loka-mahesvaram: "Io sono l'unico beneficiario; Io sono il proprietario", dice Krsna. Ed è un dato di fatto.
Quindi, noi cambiamo il nostro corpo mentre Krsna non cambia il Suo.
Dobbiamo capire questo. La prova è che Krsna ricorda il passato, il presente e il futuro. Nel quarto capitolo della Bhagavadgita Krsna dice di aver insegnato la filosofia della Bhagavad-gita al Dio del sole, circa 120.000.000 di anni fa. Come fa Krsna a ricordarseNe? Perché Egli non cambia corpo. Noi ci scordiamo delle cose perché cambiamo corpo a ogni momento. E' un fatto medico. Le cellule del nostro corpo cambiano a ogni istante. Ma il corpo cambia impercettibilmente. Ecco perché il padre e la madre non notano che il corpo del loro bambino che cresce sta cambiando. Una terza persona, se sta per un po' di tempo senza vedere il bambino, dice: "Oh, com'è cresciuto!" Ma il padre e la madre non notano che è così cresciuto perché loro lo vedono sempre e il cambiamento avviene impercettibilmente, ad ogni istante. Quindi il nostro corpo è in continuo mutamento, ma io, l'anima, il proprietario del corpo, non cambio. Bisogna capire bene questo.
Siamo tutti anime individuali, e siamo eterni, ma poiché il nostro corpo cambia, noi soffriamo. Il movimento per la coscienza di Krsna ha lo scopo di farci uscire da questa situazione. "Se sono eterno, come posso raggiungere una posizione permanente?" Questa dovrebbe essere la nostra domanda. Tutti vogliono vivere in eterno, nessuno vuole morire. Se ti venissi davanti con un revolver e minacciassi: "Ora ti ammazzo", protesteresti perché non vuoi morire. Non è tanto un bell'affare: morire e poi rinascere. E' molto spiacevole. Nel nostro subconscio, lo sappiamo. Sappiamo che quando moriremo dovremo entrare nuovamente in un ventre materno e, al giorno d'oggi, le madri uccidono i figli nel proprio grembo. Poi ancora un'altra madre. Il processo di accettare un corpo dopo l'altro è molto lento e fastidioso. Nel nostro subconscio ce ne ricordiamo e perciò non vogliamo morire.
Quindi il nostro quesito dovrebbe essere: "Sono eterno, come mai, quindi, sono stato messo in questa vita temporanea?" Questa è una domanda intelligente. E questo è il nostro vero problema. Ma i mascalzoni accantonano questo problema reale. Loro pensano cosa mangiare, come dormire, come avere rapporti sessuali, come difendersi. Ma anche mangiando e dormendo bene, alla fine si deve morire. Il problema della morte rimane. Ma a loro non interessa questo vero problema. Sono prontissimi a risolvere i loro problemi temporanei che in realtà non sono affatto dei problemi. Anche gli uccelli e le bestie mangiano, dormono, hanno rapporti sessuali e si difendono. Sanno fare tutte queste cose anche senza l'istruzione umana e la cosiddetta civilizzazione. Quindi, questi non sono i nostri veri problemi. Il vero problema è che non vogliamo morire, ma la morte viene. Questo è il nostro vero problema.
Ma i mascalzoni non lo sanno. Sono sempre occupati con i loro problemi temporanei. Per esempio, supponiamo che ci sia un forte gelo. E' un problema. Dobbiamo procurarci un bel cappotto o cercare un camino e se non li troviamo certamente soffriremo. Quindi il freddo rigido è un problema. Ma è un problema transitorio. Il gelo, l'inverno, vengono e vanno. Non è un problema permanente. Il mio problema permanente è che io nasco a causa dell'ignoranza, e di conseguenza subisco le malattie, la vecchiaia e la morte. Questi sono i miei veri problemi. Perciò Krsna dice: janma-mrtyujaravyadhiduhkhadosanudarsanam: coloro che hanno veramente conoscenza vedono questi quattro problemi: nascita, morte, vecchiaia e malattia.
Krsna dice: dhiras tatra na muhyati: "L'anima realizzata non è turbata al momento della morte." Se vi preparate alla morte, perché mai dovreste essere perplessi? Per esempio, se nella vostra infanzia e gioventù acquisite una buona preparazione, se vi istruite, allora avrete un buon lavoro, una buona situazione e sarete felici.
Allo stesso modo, se vi preparate in questa vita per ritornare a casa, per ritornare a Dio, come potrà esserci perplessità al momento della morte? Non c'è alcuna perplessità. Voi saprete: "Sto andando da Krsna. Sto tornando a casa, tornando a Dio. Ora non dovrò più cambiare corpo materiale; avrò il mio corpo spirituale. Ora giocherò con Krsna e danzerò con Krsna e mangerò con Krsna." Questa è la Coscienza di Krsna: preparare se stessi per la prossima vita.
A volte i moribondi si lamentano perché, secondo il karma, coloro che hanno commesso molti peccati vedono scene orribili al momento della morte. Il peccatore sa che riceverà un tipo di corpo abominevole. Ma coloro che sono pii, i devoti, muoiono senza ansietà. Gli sciocchi dicono: "Voi devoti morirete e anche i nondevoti moriranno, quindi qual è la differenza?" C'è una differenza. Una gatta prende i suoi piccoli con la bocca e prende anche i topi con la bocca. Superficialmente noi potremmo vedere che la gatta ha preso sia il topo che il gattino allo stesso modo. Ma c'è una differenza. Il gattino prova piacere: "Oh, mia madre mi sta trasportando." Il topo invece sente la morte avvicinarsi: "Oh, questa è la mia fine." Ecco la differenza. Quindi, sebbene sia i devoti che i non devoti muoiano, c'è una differenza di sentimento al momento della morte, proprio come per il gattino e il topo. Non pensate che muoiano alla stessa maniera. Il processo corporeo potrà essere lo stesso, ma la situazione mentale è diversa.
Nella Bhagavadgita (4.9) Krsna dice:

janma karma ca me divyam
evam yo vetti tattvatah
tyaktva deham punar janma
naiti mam eti so 'rjuna

"O Arjuna, colui che conosce la natura trascendentale della Mia apparizione e delle Mie attività non dovrà più rinascere nel mondo materiale quando lascia il corpo, ma raggiunge la Mia dimora eterna."

Se cerchi semplicemente di capire Krsna, puoi andare da lui al momento della morte. Tutto in Krsna è divino, trascendentale. Le attività di Krsna, l'apparizione di Krsna, l'adorazione di Krsna, il tempio di Krsna, le glorie di Krsna, tutto è trascendentale. Quindi, se si capiscono queste cose o se almeno si cerca di capirle, ci si libera dal ciclo di nascita e morte. Questo è ciò che dice Krsna. Quindi diventate molto seri nel comprendere Krsna e rimanete nella coscienza di Krsna. Allora questi problemi: nascita, morte, vecchiaia e malattia, saranno risolti automaticamente, molto facilmente.
Un dhira, un'anima realizzata, penserà: "Voglio vivere eternamente. Perché la morte arriva? Voglio vivere una vita sana. Perché esistono le malattie? Non voglio invecchiare. Perché divento vecchio?"
Janmamrtyujaravyadhi. Questi sono veri problemi. E' possibile risolvere questi problemi con la coscienza di Krsna, semplicemente comprendendo Krsna. E per capire Krsna, c'è la Bhagavadgita, spiegata così bene. Quindi rendi la tua vita un successo. Devi capire che tu non sei il corpo. Tu sei incarnato dentro il corpo, ma non sei il corpo. Per esempio, un uccello può essere in gabbia ma la gabbia non è l'uccello. Gli stolti si prendono cura della gabbia e non dell'uccello e l'uccello soffre per la fame. Perciò nessuno è felice nel mondo materiale. Fame spirituale. Ecco perché in un paese opulento come l'America  cibo in abbondanza, abitazioni in abbondanza, divertimenti materiali in abbondanza  i giovani diventano degli hippy. Non sono soddisfatti per via della loro fame spirituale.
Materialmente potrete essere molto opulenti, ma se digiunate spiritualmente, non potrete essere felici.
E' necessario un ringiovanimento spirituale. Dovete realizzare aham brahmasmi: "Non sono questo corpo; sono brahman, un'anima spirituale." Allora sarete felici. Brahmabhutah prasannatma na socati na kanksati samah sarvesu bhutesu. Allora ci sarà uguaglianza e fratellanza.
Altrimenti è tutto fasullo, semplicemente dei paroloni altisonanti. Non ci può essere uguaglianza, fratellanza e così via senza coscienza di Krsna. Arrivate alla piattaforma spirituale e allora vedrete che tutti sono uguali. Altrimenti penserete: "Sono un essere umano con braccia e gambe. Quindi ammazzo la mucca e me la mangio." Perché? Che diritto avete mai di ammazzare una mucca? Non avete alcuna visione di uguaglianza per mancanza di coscienza di Krsna.
Perciò. in questo mondo materiale, le cosiddette istruzione, cultura, fraternità, sono tutte fasulle. La coscienza di Krsna è la giusta materia da studiare.
Solo allora la società sarà felice. Altrimenti non lo sarà. Grazie.















LA FESTA DELLA DOMENICA

Gratis. Siete Invitati Ogni
Domenica Pomeriggio Dalle
Ore 16. Nel Centro Hare Krsna
Più Vicino A Casa Vostra.

Bergamo  Villaggio Hare Krishna  Da Medolago Strada Per Terno D'Isola
 Chignolo D'Isola  Tel. (035)490706 / Bologna  Via Ramo Barchetta 2 Castagnolo Minore  Bentivoglio  Tel. (051)863924/ Brescia Hare Krishna
Club  Via Gabriele Rosa 17  Tel. (030)400995 / Catania  Centro Culturale
Govinda  Via San Nicolò Al Borgo 28  Tel. (095)552252 / Firenze  Villa
Vrindavana  Via Degli Scopeti 108  San Casciano Val Di Pesa  Tel.
(055)820054 / Macerata  Centro Nityananda  Contrada San Paterniano
4  Potenza Picena  Tel. (733)672314 / Napoli  Via Vesuvio 33/35 Ercolano  Tel. (081)7390398 / Padova  Via Granze 107  Camin  Tel.
(049)760007 / Roma  Via Tor Tre Teste 142  Tel. (06)262923 / Svizzera
Italiana  Bellinzona  Fattoria Nandagrama  Contone  Tel. (004192)622747















L'IRA SUPREMA

Migliaia di anni fa una meravigliosa incarnazione di Dio rivelò la relazione tra l'ira divina e l'amore trascendentale.



Bellezza crudele. Occhi rossastri che sfavillavano in un terribile viso contorto dalla rabbia. Una forma massiccia dalle braccia potenti che si agitano in ogni direzione. Un essere metà uomo e metà leone con un enorme serpente dalle innumerevoli teste che si alza e si attorciglia dietro le Sue spalle  uno splendido ma proibito alone di luce. E' Nrsimha che attacca e uccide il demoniaco re Hiranyakasipu. Sangue che schizza e Nrsimha, come un leone sulla preda, ruggisce vittorioso, la criniera d'oro splendente sul Suo capo regale. La Sua ira è terribile e ciononostante vicino a Lui c'è un fragile bambino con un sorriso radioso che Gli offre una ghirlanda di fiori.
Quando vi siete recati per la prima volta in un tempio di Krsna sarete rimasti forse sorpresi nel vedere dipinti che raffigurano questa scena, esposti con grande dovizia nel tempio o sull'altare. Chi è Nrsimha e in che modo è collegato agli amanti della pace, i vegetariani Hare Krsna?
Incredibilmente Sri Nrsimha ("metà uomo e metà leone") è una delle loro più amate incarnazioni. Suo speciale passatempo è proteggere tutte le anime che si sono abbandonate a Lui evidenziando così lo straordinario legame che lega il Signore Supremo ai Suoi cari devoti.
Non differente da Krsna, il pastorello dalla carnagione blu che affascinava i pacifici abitanti del villaggio di Vrndavana cinquemila anni fa, Nrsimha dimostra che il Suo puro devoto non perirà mai.
La Sua apparizione è uno degli episodi storici più drammatici che vengono descritti esclusivamente e con chiarezza nelle Scritture vediche, in particolar modo nello Srimad-Bhagavatam, e si svolge in un'epoca molto antica, molte migliaia di anni fa.
Un potente re ateo di nome Hiranyakasipu desiderava l'immortalità in questo mondo materiale, aspirazione prediletta di coloro che non sono in grado di immaginare un'esistenza al di fuori del regno animale.
Hiranyakasipu desiderava ardentemente solo la ricchezza, il potere e il piacere dei sensi: il suo nome stesso significa colui che ama l'oro e i letti soffici. Poiché i piaceri materiali possono essere ottenuti limitatamente al corpo fisico, il naturale obiettivo di un materialista come Hiranyakasipu non poteva che essere quello di allungare il più possibile la vita del corpo. Era questa l'"immortalità" cui Hiranyakasipu aspirava.
Per raggiungere il suo scopo, egli compì per 36.000 anni austerità strazianti con l'intento di ottenere il favore e la benedizione di Sri Brahma, capo degli esseri celesti. Le sue austerità erano talmente penose che l'intero universo ne fu così disturbato da costringere gli esseri celesti a pregare Brahma di porre termine alle sue terribili penitenze.
Allora Brahma che è un potente agente del Signore Supremo, responsabile della creazione dell'intero cosmo materiale, pur essendo a conoscenza del suo grande desiderio di immortalità, si recò da Hiranyakasipu pur non essendo in grado di garantirgli questa benedizione.
Benché Brahma viva per molti milioni di anni  dalla creazione alla distruzione  anche lui muore e non poteva di conseguenza dare a Hiranyakasipu qualcosa che lui stesso non possedeva.
Hiranyakasipu fece allora astutamente questa richiesta: chiese di non essere ucciso da nessuna arma al coperto o allo scoperto, di giorno o di notte, sulla terra o nell'aria, da animali o da esseri umani viventi o non viventi. Dopo essersi assicurato questa benedizione Hiranyakasipu si convinse di aver veramente ottenuto l'immortalità. Chi avrebbe potuto fermarlo adesso?
Hiranyakasipu era colmo di intenso odio per il Signore Supremo. Anticamente, quando il Signore nella forma di cinghiale aveva ucciso il suo demoniaco fratello Hiranyaksa, Hiranyakasipu aveva fatto voto di vendicarne la morte e aveva quindi pianificato con crudele determinazione di conquistare l'intero universo. Sconfisse così i governatori di tutti i pianeti e obbligò i grandi esseri celesti a piegarsi di fronte a lui e ad adorarlo. Il suo regno fu oppressivo e rigido; la gente viveva terrorizzata da questo tiranno che nessuno era in grado di sopprimere.
Nella nostra epoca abbiamo avuto esperienza di dittatori che terrorizzano i loro cittadini, ma nessuno è stato mostruoso come Hiranyakasipu che dominò l'universo piegandolo al suo dominio tirannico mentre la gente indifesa pregava il Signore chiedendo il Suo aiuto.
Hiranyakasipu aveva quattro figli e di questi Prahlada era il migliore. Mentre si trovava ancora nel grembo della madre Prahlada aveva ascoltato Narada parlare della filosofia trascendentale della Coscienza di Krsna ed era diventato un puro devoto del Signore. Aveva
un carattere ideale; le sue qualità erano tanto elevate quanto quelle del padre erano abominevoli.
Nonostante fosse solo un bambino non provava alcun attaccamento per le frivolezze e gli agi; preferiva meditare sulle gloriose attività del Signore.
Hiranyakasipu amava molto Prahlada ma il suo affetto iniziò a scemare quando apprese che il bambino istruiva i suoi compagni di scuola nel servizio di devozione a Sri Krsna. Hiranyakasipu chiamò allora suo figlio e prendendolo sulle ginocchia gli chiese cosa stesse imparando a scuola. Prahlada rispose serenamente che stava iniziando a comprendere quanto fossero folli gli obiettivi materialistici e quanto fosse necessario per le persone intelligenti dedicare il proprio tempo al servizio del Signore Supremo.
Questa risposta fece infuriare Hiranyakasipu che diede ordine di uccidere il figlio, compito che però si dimostrò molto difficile da eseguire. Prahlada fu gettato fra le zampe degli elefanti, fu colpito da armi mortali e scaraventato giù da una montagna. Fu torturato e avvelenato, ma nonostante tutti questi tentativi restò illeso. Durante le traversie che fu costretto a subire non faceva che meditare su Krsna che lo proteggeva dal pericolo.
Hiranyakasipu non riusciva a sopportarlo. Credendosi il controllore supremo dell'universo non riusciva a capire perché il bambino non potesse essere ucciso. Diventò sempre più terribile: chi era più potente di lui? Chi forniva tutta questa forza al bambino? Essendo Prahlada determinato al silenzio, Hiranyakasipu decise una volta per tutte di ucciderlo con le sue stesse mani. Mentre Prahlada stava immobile e sottomesso di fronte a lui, il padre, in grande agitazione, lo rimproverava aspramente: voleva sapere da dove proveniva la misteriosa forza del figlio. Prahlada rispose che la sua forza proveniva dalla stessa fonte da cui proveniva quella del padre: da Krsna, il Signore Supremo.
"Caro padre, ti prego, abbandona la tua mentalità demoniaca. Non fare discriminazione nel tuo cuore tra nemici e amici; rendi la tua mente equanime verso tutti. Non c'è altro nemico in questo mondo che una mente sviata e priva di controllo. Quando consideriamo tutti gli esseri su un piano di uguaglianza, allora ci troviamo in una posizione che ci permette di adorare perfettamente il Signore": (Srimad-Bhagavatam 7.8.9).
Queste parole non fecero che offendere ulteriormente Hiranyakasipu che in preda all'ira chiese di vedere l'Essere Supremo che il figlio gli descriveva. "O infelice Prahlada, tu hai sempre descritto un essere supremo, che non sono io, un essere supremo che trascende ogni cosa, che controlla ogni essere ed è onnipervadente. Ma dov'è? Se si trova in ogni luogo, allora perché non si trova qui davanti a me, in questa colonna? Poiché stai dicendo tante sciocchezze ora ti staccherò la testa dal corpo. Vediamo se il tuo Dio così degno di adorazione viene a proteggerti. Voglio proprio vedere" (SrimadBhagavatam 7.8.1213).
Lo sfortunato re picchiò allora il pugno contro una colonna di marmo. Un rumore terribile salì dalla profondità della colonna e l'intero universo ne fu terrorizzato. Quando la colonna esplose con forza tremenda, l'intero salone si riempì dell'immensa forma divina di Sri Nrsimha che infuriato per la crudeltà di Hiranyakasipu nei confronti di Prahlada, cercava con occhi feroci tra la folla l'oggetto della Sua ira.
Hiranyakasipu pensò scioccamente di poter sconfiggere Nrsimha come aveva sconfitto tutti i suoi oppositori. Combatté ferocemente contro il Signore che gli concesse sportivamente l'onore di un combattimento prolungato.
Ma Hiranyakasipu, pur essendo la più potente creatura dell'universo, non era che un giocattolo per il possente Nrsimha. Mentre gli esseri celesti osservavano ansiosamente il combattimento, il Signore esibiva il Proprio magnifico coraggio in battaglia. Infine, stanco delle buffonate del Suo sperduto avversario, lo prese sulle ginocchia e lacerandogli l'addome con le unghie, squartò il re demoniaco.
Nrsimha uccise Hiranyakasipu in modo tale che le benedizioni di Brahma rimanessero intatte. Hiranyakasipu non fu ucciso né da un essere umano, né da un animale ma dallo Stesso Signore Supremo, mezzo uomo e mezzo animale. Nrsimha uccise Hiranyakasipu sulle Sue ginocchia, quindi né sulla terra né nel cielo. Lo uccise sulla porta della sala riunioni che era quindi né al coperto né allo scoperto. Lo uccise al crepuscolo, quindi né di notte né di giorno e non usò nessun tipo di arma perché lo uccise con le Sue unghie. Benché Krsna non fosse obbligato a rispettare le benedizioni concesse a Hiranyakasipu, le mantenne perché Brahma è Suo devoto. Krsna è molto fiero di sostenere le promesse dei Suoi devoti.
Dopo la morte di Hiranyakasipu, Nrsimha, che aveva ucciso così facilmente il più spaventoso tiranno dell'universo, continuò a ruggire e a infuriarSi terrorizzando tutti ad eccezione di Prahlada che vedeva Nrsimha semplicemente come il Suo Signore da adorare e si avvicinò ansiosamente a Lui con una ghirlanda di fiori. Nrsimha fu profondamente compiaciuto del fedele Prahlada e gli chiese quale benedizione desiderasse.
Prahlada si disse però completamente soddisfatto della sua meditazione sul Signore ma, compassionevole, pensò al bene di suo padre. Gli chiese quindi di liberare Hiranyakasipu dal tormento dei suoi desideri demoniaci.
Il Signore Supremo, Nrsimha, lo rassicurò dicendogli: "Caro Prahlada che sei così puro e così santo, tuo padre è stato purificato insieme con ventuno antenati della tua famiglia. Poiché tu sei nato in questa famiglia, l'intera dinastia è stata purificata. Dovunque si trovino devoti sereni, equilibrati, di buon comportamento e ornati di tutte le buone qualità, il luogo e le dinastie che lo abitano, anche se sono composte di peccatori sono purificati" (SrimadBhagavatam 7.10.1819).
Nella società materialistica attuale c'è una continua battaglia tra atei e devoti. Il devoto deve combattere la contaminazione dei desideri materiali e la contaminazione di coloro che vengono controllati da tali desideri.
La protezione di Nrsimha dimora in quei valorosi devoti che predicano le glorie del servizio devozionale in un mondo corrotto dall'ateismo. Nrsimha offre ai devoti il rifugio di cui hanno bisogno per rimanere puri e fedeli. Quando si sentono in pericolo i devoti spesso cantano la loro preghiera preferita a Nrsimha:

tava karakamalavare nakham adbhutasrngam
dalitahiranyakasipu tanubhrngam
kesava dhrtanarahari rupa jaya jagadisa hare

"O Kesava! O Signore dell'universo! O Signore Hari che hai assunto la forma di metà uomo e metà leone! Tutte le glorie a Te! Proprio come si può schiacciare una vespa tra le unghie, così nello stesso modo le unghie appuntite delle Tue meravigliose mani di loto hanno strappato il corpo del demone Hiranyakasipu".



figure:
La formidabile forza di Sri Nrsimha sopraffà il demoniaco re Hiranyakasipu. Sebbene il Signore non sia tenuto a combattere personalmente per difendere i propri interessi, questo costituisce uno dei Suoi passatempi.
Hiranyakasipu recò disturbo all'intero universo con le sue rigide austerità (sopra). Restò immobile sulla punta dei piedi con le braccia levate verso l'alto per 36.000 anni, con le formiche che brulicavano sul suo corpo e ne mangiavano la carne. A forza di compiere queste austerità diventò talmente potente da far uscire il fuoco dalla sua testa.
A destra, quando il piccolo santo Prahlada proclamò il suo desiderio di adorare esclusivamente il Signore Supremo, il suo ateo padre reagì spingendolo violentemente giù dalle ginocchia. Hiranyakasipu era interessato esclusivamente a guadagnarsi potere e gloria
e di conseguenza non riusciva a tollerare la devozione di suo figlio verso Dio. Preso da intensa invidia, decise allora di ucciderlo.

I più violenti maltrattamenti infantili (sotto). Hiranyakasipu tentò di uccidere suo figlio, ma il ragazzo fu salvato per volontà del Signore Supremo. Sebbene Prahlada fosse innocente non si adirò mai ma pregò semplicemente Krsna in ogni circostanza.
Sopra: per nulla spaventato dal feroce Nrsimha, Prahlada si avvicina al Signore con una ghirlanda. Aveva capito che Hiranyakasipu era stato la causa del suo destino avendo disprezzata l'onnipotenza del Signore e chiese quindi che fosse liberato da ulteriori sofferenze. All'estrema destra, il passatempo di Nrsimha e Prahlada è una prova dell'intenso legame d'amore che unisce Krsna ai Suoi devoti. Il Signore protegge i devoti determinati nel servizio e nella meditazione.















SRI SIKSASTAKA

Le Glorie Del Canto Dei Santi Nomi

I

cetodarpanamarjanam bhavamahadavagninirvapanam
sreyahkairavacandrikavitaranam vidyavadhujivanam
anandambudhivardhanam pratipadam purnamrtasvadanam
sarvatmasnapanam param vijayate srikrsnasankirtanam

Tutte le glorie al canto del santo Nome di Sri Krsna che ha il potere di pulire lo specchio del cuore, ed estingue l'ardente fuoco dell'esistenza materiale. Questo canto è la luna crescente che diffonde il bianco loto della fortuna a tutti gli esseri viventi. E' la vita e l'anima di tutta la conoscenza trascendentale. Il canto del santo Nome di Krsna espande l'oceano della felicità trascendentale. Esso ha su tutti un effetto rinfrescante e permette in ogni istante di gustare il nettare fino in fondo.







II

namnam akari bahudha nijasarvasaktis
tatrarpita niyamitah smarane na kalah
etadrsi tava krpa bhagavan mamapi
durdaivam idrsam ihajani nanuragah

O Signore, il Tuo santo Nome può dare ogni benedizione agli esseri viventi, perciò Tu possiedi centinaia e migliaia di Nomi, come Krsna o Govinda, e in questi Nomi trascendentali hai investito tutte le Tue potenze trascendentali. Non ci sono rigide regole per cantare questi Nomi. O Signore, nella Tua infinita misericordia, ci permetti di avvicinarTi facilmente col canto dei Tuoi santi Nomi, ma io sono così sfortunato che non ho alcuna attrazione per essi.







III

trnad api sunicena
taror api sahisnuna
amanina manadena
kirtaniyah sada harih

Si dovrebbero cantare i santi Nomi del Signore in un umile stato di mente, considerandosi inferiori a un filo di paglia nella strada, diventando più tolleranti di un albero, privi di ogni senso di falso prestigio e sempre pronti a offrire i nostri rispetti agli altri. In questo stato di mente si possono cantare i santi Nomi del Signore costantemente.







IV

na dhanam na janam na sundarim
kavitam va jagadisa kamaye
mama janmani janmanisvare
bhavatad bhaktir ahaituki tvayi

O Signore onnipotente, non desidero ricchezze, non desidero belle donne e non cerco seguaci. Tutto ciò che desidero, vita dopo vita, è servirTi disinteressatamente con amore e devozione.







V

ayi nandatanuja kinkaram
patitam mam visame bhavambudhau
krpaya tava padapankaja
sthitadhulisadrsam vicintaya

O Krsna, figlio di Nanda Maharaja, sono il Tuo eterno servitore, ma, a causa delle mie attività interessate, sono caduto nell'oceano di nascite e morti. Ti prego, salvami da quest'oceano di morti e ponimi, come un atomo di polvere, ai Tuoi piedi di loto.







VI

nayanam galadasrudharaya
vadanam gadgadaruddhaya gira
pulakair nicitam vapuh kada
tava namagrahane bhavisyati

O Signore, quando i miei occhi si orneranno di un flusso incessante di lacrime d'amore recitando i Tuoi santi Nomi? Quando la mia voce si spezzerà pronunciando i Tuoi santi Nomi, e quando i peli del mio corpo si rizzeranno al canto dei Tuoi santi Nomi?







VII

yugayitam nimesena
caksusa pravrsayitam
sunyayitam jagat sarvam
govindavirahena me

Mio Signore Govinda, anche un solo momento in tua assenza sembra durare un'eternità. Le lacrime scorrono dai miei occhi come torrenti di pioggia e l'intero mondo mi sembra vuoto in Tua assenza.







VIII

aslisya va padaratam pinastu mam
adarsanam marmahatam karotu va
yatha tatha va vidadhatu lampato
matprananathas tu sa eva naparah

Krsna è e sarà sempre il mio unico Signore sia che mi voglia stringere con il Suo abbraccio sia che mi spezzi il cuore e la mente con la Sua assenza. Comunque Egli rimarrà sempre, incondizionatamente, l'eterno Signore della mia vita, che io adoro.















I DIALOGHI DI SRILA PRABHUPADA

Lavorare Come Muli

Questa conversazione tra Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada e alcuni suoi discepoli si svolse nel settembre 1975 durante una passeggiata mattutina a Vrndavana, India.



Srila Prabhupada: Ci si può facilmente mantenere lavorando la terra e proteggendo le mucche. Eppure, i leaders della cosiddetta civiltà moderna costruiscono, anche confrontando difficoltà, enormi fabbriche e producono veicoli, grattacieli e via dicendo. Nella Bhagavadgita il Signore Krsna chiama tutto ciò ugra-karma, attività orribili. Si creano problemi inutilmente, uno dopo l'altro.
Per esempio, un tempo la carta veniva usata solo per stampare libri di conoscenza Vedica. Ora la carta è usata per numerosissime pubblicazioni inutili, quantità incredibili di giornali, riviste e libri sul sesso. Non fanno che creare agitazione nella mente. E quando si spiegano queste cose la gente dice: "Queste sono tutte idee antiquate." L'idea moderna è che bisogna lavorare duramente giorno e notte per un pezzo di pane.
Devoto: Se una persona non lavora duramente, notte e giorno, viene accusata di vivere alle spalle della società.
Srila Prabhupada: Anche i muli lavorano giorno e notte. Che differenza ci può essere quindi tra un mulo e un uomo se anche noi lavoriamo come muli?
Devoto: Non c'è differenza.
Srila Prabhupada: Allora perché dite che la vostra società è tanto progredita? Kastan kaman na arhati: lo Srimad-Bhagavatam dice che non è una cosa desiderabile, non è una bella cosa. Vi è stato dato un corpo diverso da quello di un mulo per potere vivere felici e pacifici. Perché dovete accettare kastan kamam, una tale fatica? In realtà nessuno desidera lavorare duramente. Altrimenti, perché i proprietari, i capitalisti, lascerebbero le fabbriche per recarsi nei luoghi solitari di villeggiatura appena possono?
Devoto: Non trovano alcuna felicità nel duro lavoro che fanno.
Srila Prabhupada: E gli altri lavoratori pensano: "Questo farabutto ci costringe a faticare mentre lui se la gode. Cacciamolo! Uccidiamolo!" Questo è il comunismo. Tutti desiderano vivere nella pace e nell'agiatezza. Perciò questa civiltà basata sul duro lavoro è condannabile. Se amassero lavorare tanto, perché mai i capitalisti lo eviterebbero?
Devoto: Dicono di aver lavorato duramente per guadagnarsi l'agiatezza. E ora si rilassano.
Srila Prabhupada: Anch'io mi rilasso. Perché dovresti indurmi a faticare? Canta Hare Krsna e prendi un po' di prasadam (cibo offerto a Krsna). Tutto qui. Perché vuoi costringermi a lavorare duramente? Devoto: Dicono che bisogna guadagnarsi la propria agiatezza. Non ci spettano a meno che non si abbia lavorato duro.
Srila Prabhupada: Guadagno o non guadagno, io mi godo il mio rilassamento. Se già provo piacere, perché dovrei pagare per averlo?
Devoto: Non credono nella legge del karma.
Srila Prabhupada: Perciò sono dei mascalzoni e questa è una civiltà di mascalzoni. Da una parte promuovono l'uso dei contraccettivi e dall'altro incoraggiano le donne a sposarsi tre volte alla settimana. Questa è la loro civiltà. Se si vuole contenere l'incremento demografico perché si induce la gente a indulgere in attività sessuali? E' così contraddittorio. Ed è tutto basato sulla gratificazione dei sensi. Devoto: Se una persona non cerca di soddisfare i propri sensi credono che sia pazza.
Srila Prabhupada: Ma chi soddisfa veramente i propri sensi? Voi siete i pazzi. Nel vostro tentativo di soddisfare i sensi, venite ripetutamente presi a calci della natura materiale e i vostri sensi non saranno mai soddisfatti. Eppure, ci provate. Perfino gli ottantenni vanno in discoteca. Quando mai i sensi saranno soddisfatti? Ma se qualcuno è rilassato e canta tranquillamente Hare Krsna ed evita la gratificazione dei sensi, lo biasimano dicendo che vuole "sfuggire alla realtà."
Devoto: La miseria ama la compagnia.
Srila Prabhupada: Sì, il mondo fatica tanto duramente ma dove sono la pace e la felicità?
Devoto: Sono in arrivo.
Srila Prabhupada: (Ride) Quando arriveranno? Non si sa.
Devoto: Forse alla fine del secolo.
Srila Prabhupada: O forse alla fine della nostra vita. Proprio come una polizza di assicurazione. Lavori sodo e continui a pagare il premio pensando che sarai felice dopo morto. Ma se dopo morto diventerai un cane, come farai a essere felice?
Devoto: E' ovvio che le miserie di questa vita stanno aumentando sempre più.
Srila Prabhupada: E' inevitabile perché tutti sottostanno alle leggi della natura materiale. Come possono evitare le miserie? A seconda di come lavorano in questa vita, otterranno il risultato. Karmana daivanetrena: c'è un potere superiore che sorveglia come lavorano. Tutti sono strettamente legati alle reazioni del loro lavoro precedente (karmabandhana). Ma la gente non lo sa. Hanno poca conoscenza. Quindi Krsna viene per informare questi sciocchi: "Voi siete molto degradati, siete dei folli." Questo è la dichiarazione di Krsna. Per questo Krsna dice: "Abbandonati a Me." Questo è lo scopo essenziale della Bhagavadgita. Come la vede Krsna, la vediamo noi. Questa è la coscienza di Krsna. Noi non siamo perfetti. Ma siamo perfetti fino a che seguiamo Krsna. Tutto qui. Supponiamo che io sia cieco: non sarei perfetto. Ma se tu ci vedi, se mi porti con te e io ti seguo, allora sono perfetto. Krsna assicura: "Abbandonati a Me e ti renderò libero da ogni pericolo" e noi accettiamo Krsna. Il nostro metodo è molto facile.















Libri

SRIMADBHAGAVATAM

Primo Canto: "La Creazione"

Questa è la continuazione della presentazione dello Srimad-Bhagavatam, il grande classico spirituale dell'India scritto 5000 anni fa da Krsna Dvaipayana Vyasa, e ora presentato in una nuova traduzione con il commento di Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada. Lo SrimadBhagavatam fornisce la chiave perché l'umanità possa diventare unita nella pace, nella prosperità e nell'amicizia concentrandosi su una causa comune. Questa causa comune è l'unità spirituale di tutti gli esseri viventi, e lo SrimadBhagavatam presenta un'ideologia rivoluzionaria che è la base per la rispiritualizzazione della società. Nel mondo d'oggi non c'è mancanza di avanzamento scientifico, ciò che manca è la conoscenza della scienza di Dio. Quindi, in un mondo che soffre per la discordia universale, per l'ansietà e la confusione, non c'è letteratura più importante di questo radioso SrimadBhagavatam. Se volete ricevere l'intera serie di volumi dello SrimadBhagavatam scrivete alla BBT Italia.



VERSO 15


jugupsitam dharmakrte 'nusasatah
svabhavaraktasya mahan vyatikramah
yadvakyato dharma ititarah sthito
na manyate tasya nivaranam janah

jugupsitam: decisamente condannato; dharma-krte: in materia di religione; anusasatah: istruzione; svabhavaraktasya: naturalmente incline; mahan: grande; vyatikramah: irragionevole; yatvakyatah: secondo le istruzioni di colui che; dharmah: religione; iti: è così; itarah: gli uomini; sthitah:
fisso; na: non; manyate: pensano; tasya: di quello; nivaranam: proibizione; janah: essi.



TRADUZIONE

Gli uomini sono naturalmente portati al piacere e, in nome della religione, tu li hai incoraggiati a soddisfare questa tendenza. Atto piuttosto irragionevole e molto condannabile. Guidati dalle tue istruzioni, essi crederanno di agire secondo la religione mentre si abbandonano al piacere dei sensi, e non si preoccuperanno molto delle restrizioni.



SPIEGAZIONE

Srila Narada condanna qui Vyasadeva per aver compilato diversi Testi vedici, come il Mahabharata, tutti centrati sullo svolgimento regolato di azioni interessate. L'anima condizionata, a causa del contatto prolungato con la materia nel corso di ripetute esistenze, ha sviluppato una tendenza istintiva a dominare l'energia materiale. Così, quando ottiene la forma umana, non è minimamente consapevole della responsabilità che le è toccata. La forma umana rappresenta infatti l'occasione per sfuggire alle grinfie della materia illusoria. E i Veda sono particolarmente destinati a guidarla verso Dio, nella sua dimora originale. La trasmigrazione in un ciclo senza fine attraverso le differenti specie viventi - 8 400 000 in tutto - è una prigionia per l'anima condizionata e condannata. La forma umana le offre l'occasione di sfuggire a questa schiavitù, perciò l'unica preoccupazione dell'uomo dev'essere quella di ristabilire la sua perduta relazione con Dio. In questa prospettiva, nessuno dovrebbe mai essere incoraggiato ad agire per la soddisfazione dei sensi col pretesto di compiere qualche attività religiosa. Tale deviazione dell'energia umana ha solo l'effetto di confondere la società. Srila Vyasadeva è un'autorità nelle questioni vediche trattate nel Mahabharata e in altri Scritti, e l'incoraggiamento che egli dà in queste opere per le diverse forme di piacere materiale non può che ostacolare gravemente il progresso spirituale, perché gli uomini rifiuteranno di rinunciare alle attività materiali, che li tengono prigionieri della materia.
In un dato momento storico si è potuto assistere, nella società, a una crescita eccessiva di queste attività materiali compiute in nome della religione. Per esempio, gli uomini abbattevano inutilmente gli animali col pretesto di compiere dei yajna, o sacrifici, e per mettere fine a questi massacri, condotti in nome della religione, il Signore apparve nella forma di Buddha e rinnegò l'autorità dei Veda. Narada aveva previsto questi sviluppi, perciò condannò tali Scritti. Esistono ancora dei mangiatori di carne animale che, sempre in nome della religione, continuano a offrire sacrifici di animali a qualche essere celeste soltanto perché alcuni Scritti vedici lo autorizzano. Questi sacrifici e tutte le restrizioni che comportano sono in realtà destinati a
scoraggiare il consumo di carne animale; ma lo scopo di queste attività pie è progressivamente sprofondato nell'oblio, e il mattatoio sostituisce attualmente l'ara del sacrificio. Tutto questo perché i materialisti insensati non accettano di ascoltare i maestri che sono in grado di spiegare questi riti vedici.
I Veda sottolineano il fatto che la perfezione dell'esistenza non si può raggiungere con il lavoro eccessivo, l'accumulo di ricchezze o l'incremento delle nascite, ma solo con la rinuncia. I materialisti non prestano grande attenzione a questi insegnamenti. Essi credono che la vita di rinuncia sia destinata solo agli uomini incapaci di guadagnarsi da vivere a causa di qualche difetto fisico o a coloro che non sono riusciti a raggiungere la prosperità nella vita familiare.
Racconti storici come il Mahabharata racchiudono temi sia spirituali che materiali. La Bhagavadgita s'inserisce nel Mahabharata, il cui insegnamento culmina nelle istruzioni conclusive della Bhagavadgita: l'uomo deve abbandonare ogni altra forma di occupazione per impegnarsi unicamente e totalmente nel sentiero dell'abbandono ai piedi di loto di Sri Krsna. Ma gli uomini dalle tendenze materialistiche sono più attratti dai temi politici, economici o filantropici trattati nelle pagine del Mahabharata che dal suo tema principale, la Bhagavadgita. Narada condanna dunque apertamente lo spirito di compromesso di Vyasadeva e gli consiglia di proclamare che la prima necessità dell'uomo è di realizzare la relazione eterna che lo unisce al Signore, per abbandonarsi senza esitazione a Lui.
Ogni malato è quasi sempre attratto dagli alimenti che gli sono proibiti, ma il medico qualificato non scende mai a compromessi col paziente permettendogli di consumare, anche in piccola quantità, cibi dannosi. La Bhagavadgita insegna inoltre che l'uomo attaccato all'azione interessata non dev'essere distolto brutalmente dalle sue occupazioni perché può sempre elevarsi gradualmente fino alla realizzazione spirituale. L'istruzione vale certamente per gli aridi empiristi privi di ogni realizzazione spirituale, ma coloro che sono direttamente impegnati nella via devozionale non sempre devono aderire a questa regola.



VERSO 16


vicaksano 'syarhati veditum vibhor
anantaparasya nivrttitah sukham
pravartamanasya gunair anatmanas
tato bhavan darsaya cestitam vibhoh

vicaksanah: molto esperto; asya: di lui; arhati: merita; veditum: di capire; vibhoh: del Signore; anantaparasya: dell'infinito; nivrttitah: distaccato da; sukham: felicità materiale; pravartamanasya: coloro che sono legati; gunaih: dalle influenze della natura; anatmanah: privo della conoscenza spirituale; tatah: perciò; bhavan: tua grazia; darsaya: mostra la via; cestitam: le azioni; vibhoh: del Signore.



TRADUZIONE

Il Signore Supremo è illimitato. Ma solo un'anima molto esperta, distaccata dal piacere materiale, è degna di realizzare questa verità spirituale. Così dovresti benedire con la tua grazia tutti coloro che, a causa dei loro attaccamenti materiali, non godono di un tale favore. Traccia per loro il sentiero della realizzazione spirituale descrivendo le attività trascendentali del Signore Supremo.



SPIEGAZIONE

La scienza teologica è difficile, soprattutto quando si tratta di stabilire la natura di Dio. Questa scienza non può essere compresa da quelli che rimangono troppo attaccati alle attività materiali. Solo un uomo molto esperto, che ha praticamente abbandonato ogni attività materiale grazie all'acquisizione della conoscenza spirituale, è adatto a studiare questa grande scienza. La Bhagavadgita afferma che tra centinaia di migliaia di uomini, uno solo forse si qualificherà per intraprendere la via della realizzazione spirituale. E tra le migliaia che giungono a questa realizzazione, qualcuno soltanto arriverà a cogliere quest'aspetto della scienza teologica che tratta in particolare della natura personale di Dio. Perciò Narada consiglia a Sri Vyasadeva di spiegare direttamente la scienza di Dio narrando le Sue attività trascendentali. Esperto in questa scienza e distaccato dai piaceri materiali, Vyasadeva è perfettamente in grado di spiegarla, e Sukadeva Gosvami, suo figlio, di riceverla.
Lo SrimadBhagavatam presenta la scienza teologica nella sua forma più sublime; può quindi avere sul profano l'effetto di una medicina. Poiché narra le attività trascendentali del Signore, non è differente da Lui, di cui rappresenta l'autentica manifestazione letteraria. Grazie allo Srimad-Bhagavatam, l'uomo comune può ascoltare il racconto delle attività del Signore, entrare in contatto con Lui ed essere gradualmente purificato da ogni contaminazione materiale. I devoti esperti, inoltre, sanno scoprire nuovi metodi, adatti ai tempi e alle circostanze, per convertire i nondevoti. Il servizio di devozione è un'attività dinamica e i devoti esperti sanno trovare i metodi adatti per farla penetrare nella mente ottusa dei materialisti. Questa
sublime dedizione del devoto al servizio del Signore può realmente trasformare il volto della nostra società di materialisti smarriti. Sri Caitanya Mahaprabhu e i Suoi successori mostrarono un'abilità molto particolare a questo proposito. Seguendo il loro esempio, ogni uomo potrà raddrizzare i materialisti di questa età della discordia per condurli verso un'esistenza di pace, verso la realizzazione spirituale.



VERSO 17


tyaktva svadharmam caranambujam harer
bhajann apakvo 'tha patet tato yadi
yatra kva vabhadram abhud amusya kim
ko vartha apto 'bhajatam svadharmatah

tyaktva: avendo abbandonato; svadharmam: la propria occupazione; caranaambujam: i piedi di loto; hareh: del Signore, Hari; bhajan: per il compimento del servizio di devozione; apakvah: immaturo; atha: per ciò che riguarda; patet: cade; tatah: da quella posizione; yadi: se; yatra: su che cosa; kva: che tipo di; va: o; abhadram: sfavorevole; abhut: accadrà; amusya: a lui; kim: niente; kah va arthah: quale interesse; aptah: ottenuto; abhajatam: dal nondevoto; svadharmatah: essendo impegnato nell'adempimento del suo dovere.



TRADUZIONE

La persona che ha messo fine alle sue occupazioni materiali per impegnarsi nel servizio di devozione al Signore certamente non rischia l'insuccesso, anche se può talvolta cadere mentre è ancora allo stadio iniziale. Invece chi non è devoto, anche se compie alla perfezione i suoi doveri materiali, non realizza alcun guadagno.



SPIEGAZIONE

Innumerevoli doveri spettano all'uomo. Doveri verso i genitori, i parenti, la società, la nazione, l'umanità, gli altri esseri, gli esseri celesti, e anche verso i grandi filosofi, i poeti, gli uomini di scienza, ecc. Le Scritture insegnano tuttavia che si possono abbandonare tutti questi doveri per dedicarsi al servizio del Signore. Se si agisce così e si ottiene il successo nella pratica del servizio di devozione, tutto andrà bene. Ma talvolta ci si dedica al servizio del Signore spinti da sentimenti temporanei e dopo un certo tempo si lascia il sentiero devozionale per una ragione o per l'altra, soprattutto a causa di relazioni indesiderabili. Ne abbiamo molti esempi nella storia. Bharata Maharaja, per essersi troppo attaccato a un cerbiatto, pensò a questo animale al momento della morte e dovette così rinascere nella forma di cerbiatto. Egli mantenne però il ricordo della vita passata e della causa della sua caduta. Anche Citraketu cadde, per le sue offese ai piedi di Siva. Comunque, questo verso sottolinea l'importanza di abbandonarsi ai piedi di loto del Signore, nonostante la possibilità di una caduta, poiché anche se giungiamo a trascurare i nostri doveri devozionali, non dimenticheremo mai i piedi di loto del Signore. Una volta impegnati nel servizio di devozione al Signore, continueremo sempre a servirLo in ogni circostanza. La Bhagavadgita insegna che anche il minimo passo compiuto in questa via può salvarci dalle situazioni più temibili. Un altro esempio ancora: quello di Ajamila. Aveva vissuto l'infanzia come devoto del Signore, ma si degradò durante la giovinezza. Tuttavia fu salvato dal Signore alla fine della sua esistenza.



VERSO 18


tasyaiva hetoh prayateta kovido
na labhyate yad bhramatam upary adhah
tal labhyate duhkhavad anyatah sukham
kalena sarvatra gabhiraramhasa

tasya: per quale fine; eva: soltanto; hetoh: ragione; prayateta: dovrebbe sforzarsi; kovidah: colui che è portato alla filosofia; na: non; labhyate: può essere ottenuto; yat: che; bhramatam: errando; upari adhah: dall'alto in basso; tat: ciò; labhyate: può essere ottenuto; duhkhavat: come le sofferenze; anyatah: come risultato di azioni passate; sukham: piacere dei sensi; kalena: nel corso del tempo; sarvatra: ovunque; gabhira: sottile; ramhasa: progresso.



TRADUZIONE

L'uomo intelligente, con sviluppate facoltà di pensiero, s'impegnerà solo per raggiungere il fine supremo, che non si ottiene in questo mondo neanche percorrendo l'universo intero, dal pianeta più alto [Brahmaloka] al più basso [Patala]. Quanto alla felicità propria del piacere dei sensi, si presenta da sé nel corso del tempo come la miseria, che viene anche senza averla desiderata.



SPIEGAZIONE

Ovunque l'uomo si sforza, in tutti i modi, di procurare ai suoi sensi la più grande soddisfazione possibile. Alcuni si lanciano nell'industria o nel commercio, inseguendo la ricchezza o desiderando un posto di dirigente politico, e altri ancora si dedicano all'azione interessata per gustare nella prossima vita le delizie dei pianeti superiori. Si dice che gli abitanti della luna, per esempio, godano di un maggiore benessere grazie a una bevanda detta somarasa; Pitrloka è un altro di questi pianeti che si può raggiungere a forza di atti caritatevoli. Ci sono dunque numerose vie che conducono al piacere dei sensi, in questa vita o dopo la morte.
Alcuni tentano di avvicinare la luna o altri pianeti con mezzi meccanici; vorrebbero ardentemente elevarsi fin lassù senza compiere atti virtuosi. Ma i loro piani non possono realizzarsi: per le leggi dell'Essere Supremo, ogni luogo è destinato a un certo tipo di esseri secondo le azioni compiute. Soltanto gli atti virtuosi, come raccomandano le Scritture, danno la possibilità di godere di una nascita rispettabile, di una buona educazione, della ricchezza o della bellezza. Alcuni ottengono, nel corso di questa vita, ricchezza, conoscenza o bellezza, e questi vantaggi saranno nostri nella prossima vita se compiamo ora atti virtuosi. Se le attività passate non influissero sulla nostra condizione presente, due uomini nati nello stesso istante e nello stesso luogo non conoscerebbero certamente condizioni di esistenza opposte. Ma una cosa è certa: nessuna condizione materiale è permanente. Che si viva sul più elevato di tutti i pianeti (Brahmaloka) o sul più basso (Patala), la nostra condizione è sempre soggetta a cambiamenti, secondo le azioni compiute. L'uomo con sviluppate facoltà di pensiero non deve lasciarsi affascinare da questi stadi transitori, ma deve cercare piuttosto di entrare nel mondo dell'esistenza eterna, tutta piena di conoscenza e felicità, da dove non dovrà mai più tornare sui pianeti di questo mondo miserabile.
Sofferenze e gioie relative sono due volti dell'esistenza materiale ed esistono su Brahmaloka come su tutti gli altri loka, o pianeti, dell'universo. Caratterizzano sia la vita degli esseri celesti che quella dei cani e dei porci; sono presenti in tutti gli esseri, e variano solo per intensità e qualità. Tutti devono conoscere le sofferenze della nascita, della malattia, della vecchiaia e della morte, e tutti sono destinati a una certa parte di felicità. Nessuno può accrescere o diminuire le proprie gioie o miserie con semplici sforzi personali, e anche riuscendoci, i frutti della sua fatica resterebbero precari. Non bisogna dunque attardarsi inutilmente in promesse così fragili, ma piuttosto concentrare i propri sforzi sulla via del ritorno a Dio. Questa è la missione di ogni uomo.



VERSO 19


na vai jano jatu kathancanavrajen
mukundasevy anyavad anga samsrtim
smaran mukundanghryupaguhanam punar
vihatum icchen na rasagraho janah

na: mai; vai: certamente; janah: un uomo; jatu: in qualunque momento; kathancana: in un modo o nell'altro; avrajet: non subisce; mukundasevi: il devoto del Signore; anyavat: come gli altri; anga: o mio caro; samsrtim: l'esistenza materiale; smaran: ricordando; mukundaanghri: i piedi di loto del Signore; upaguhanam: stringendo; punah: ancora; vihatum: di abbandonare; icchet: desiderio; na: mai; rasagrahah: colui che ha gustato la dolcezza; janah: l'essere.



TRADUZIONE

Mio caro Vyasa, anche se per una ragione qualsiasi il devoto del Signore, Sri Krsna, può deviare, certamente non subisce, al contrario degli altri [lavoratori interessati, ecc.], l'influsso dell'esistenza materiale. Infatti, chi ha gustato una volta il nettare dei piedi di loto del Signore non può che ricordare quell'estasi sempre più.



SPIEGAZIONE

Poiché il devoto del Signore è rasagraha, cioè ha gustato il dolce nettare dei piedi di loto di Sri Krsna, automaticamente non è più attratto dal fascino dell'esistenza materiale. Si possono citare numerosi esempi di devoti che a causa di relazioni indesiderabili si sono allontanati dal sentiero devozionale, apparentemente come materialisti comuni, sempre pronti a degradarsi. Tuttavia, anche quando perde la sua sicurezza, il devoto non può essere paragonato a un karmi degradato. Il karmi deve inevitabilmente subire le conseguenze delle proprie azioni, mentre il devoto beneficia dell'attenzione personale del Signore, che si rivela nella forma di un castigo destinato a correggerlo. Le sofferenze di un orfano non sono mai paragonabili a quelle dell'amato figlio di un re. L'orfano è veramente povero perché nessuno si prende cura di lui, mentre il figlio del ricco, anche se sembra conoscere tante sventure quanto l'orfano, ha sempre su di sé lo sguardo benevolo del potente padre. Talvolta, a causa di relazioni negative, il devoto imita il materialista cercando di dominare la natura materiale. Questo e il caso, per esempio, del neofita, che cerca scioccamente di ottenere qualche potenza materiale in cambio del suo servizio di devozione. Ma il Signore talvolta interviene personalmente su tale sprovveduto ponendogli di fronte qualche difficoltà, e per mostrargli un favore speciale giunge persino a privarlo di tutti i suoi beni materiali. Il devoto smarrito si vede allora abbandonato dai parenti e dagli amici, ma per la grazia del Signore si ravvede per riprendere ancora il suo servizio devozionale.
La Bhagavad-gita c'informa inoltre che il devoto caduto può rinascere in una famiglia di brahmana altamente qualificati o di ricchi vaisya. In quest'ultimo caso non è tanto fortunato quanto il devoto che riceve il castigo personale del Signore. Il devoto caduto, infatti, rinascendo in una buona famiglia rischia di dimenticare i piedi di loto del Signore, mentre colui che è afflitto dalla disperazione si affretta, nella sua impotenza, a rifugiarsi subito ai piedi di loto del Signore.
Il puro servizio di devozione è fonte di una felicità spirituale così grande che il devoto perde automaticamente ogni interesse per i piaceri materiali. E' proprio questo distacco l'indice del nostro progresso verso la perfezione nello svolgimento del servizio devozionale. Il puro devoto ricorda costantemente i piedi di loto del Signore, Sri Krsna, e non Lo dimenticherà neppure per un istante, anche se gli venisse offerta l'opulenza dei tre mondi.



VERSO 20


idam hi visvam bhagavan ivetaro
yato jagatsthananirodhasambhavah
tad dhi svayam veda bhavams tathapi te
pradesamatram bhavatah pradarsitam

idam: questo; hi: tutto; visvam: universo; bhagavan: il Signore Supremo; iva: quasi lo stesso; itarah: differente da; yatah: dal quale; jagat: i mondi; sthana: esistenza; nirodha: distruzione; sambhavah: creazione; tat hi: tutto ciò; svayam: personalmente; veda: sai; bhavan: tu, anima nobile; tatha api: tuttavia; te: a te; pradesamatram: soltanto un riassunto; bhavatah: a te; pradarsitam: spiegato.



TRADUZIONE

Il Signore Supremo, Dio, è Lui stesso questo universo, tuttavia Si trova al di là di esso. Da Lui soltanto proviene la manifestazione cosmica, in Lui riposa e in Lui si riassorbe dopo la distruzione. Ma tu, nobile anima, conosci bene tutti questi fatti, quindi te li ho solo riassunti brevemente.



SPIEGAZIONE

Il puro devoto percepisce sia la natura personale che quella impersonale del Signore Supremo, Mukunda, Sri Krsna. Anche il cosmo impersonale rappresenta Mukunda perché è la manifestazione della Sua energia. Per esempio, l'albero costituisce un tutt'uno: i rami e le foglie sono parti dell'albero, sono anch'essi l'albero, ma non si può dire che l'albero sia i rami o le foglie. Così, le diverse membra formano il corpo, ma questo, nel suo insieme, non è le braccia, né le gambe, né alcun altro membro.

(segue nel prossimo numero)















L'OSSERVATORE VEDICO

Commenti a fatti e avvenimenti del nostro tempo a cura di Goura Krsna dasa  Giorgio Cerquetti



UNA DONNA SU TRE

In alcune fabbriche del Nord Italia sono stati distribuiti migliaia di questionari in cui si chiedeva alle donne lavoratrici se avevano subito molestie o ricatti da parte della gerarchia aziendale o dei compagni di lavoro. Una donna su tre ha dichiarato di aver subito molestie sessuali e ricatti da parte dei superiori e dei colleghi. I luoghi di lavoro non sembrano molto sicuri per le donne, le aggressioni sessuali tentate o minacciate costituiscono un serio problema che mette a nudo una delle tante falle della tanto decantata civiltà industrializzata. Esistono delle norme giuridiche contro la molestia sessuale nei luoghi di lavoro con condanne che possono arrivare fino a un anno di reclusione, purtroppo denunciare la "rozza galanteria" di qualche datore di lavoro può costare caro anche a chi vince la causa.
In Italia i casi arrivati in tribunale sono rarissimi, un esempio per tutti è il caso di una giovane moglie e madre che, per essersi opposta alle pesanti "offerte" del capo ufficio, è stata licenziata. Dopo essere riuscita a far condannare il suo superiore e a riavere il posto è stata praticamente ridotta in segregazione all'interno dell'azienda, di fatto evitata e isolata da tutti.
Si tratta di una violenza crudele e sommersa che rivela in modo macroscopico come sia insicura la posizione della donna nella società contemporanea.
Chi considera antiquata la posizione della donna nel movimento Hare Krsna dovrebbe riflettere sul fatto che, mentre i devoti hanno sempre sostenuto che la donna deve essere protetta, uomini civili vedono le rappresentanti dell'altro sesso solo come oggetti sessuali da usare per soddisfare la propria voglia di godere. La logica della gratificazione dei sensi, così tanto amata dal mondo del lavoro e del commercio, sta producendo innumerevoli vittime soprattutto tra le categorie sociali più deboli, proprio quelle che i Veda da tempo immemorabile dichiarano bisognose di protezione da parte dei vertici della società. Le donne subiscono continue molestie e agguati sessuali, i bambini sono spesso il ricettacolo delle tensioni familiari che non di rado sfociano nella più bieca violenza fisica. I vecchi sono sempre più allontanati dalle loro abitazioni e dalle loro proprietà per essere relegati in fantomatici istituti di ricovero e cronicari. Non ci vuole molto per capire che la legge del più forte è sbagliata, purtroppo i deboli non sono sufficientemente tutelati nell'attuale stato di diritto. Chi è fiero delle antiche tradizioni nostrane non dimentichi che l'antica e gloriosa città di Roma è nata con un atto di violenza sessuale, il ratto e lo stupro delle povere donne sabine.
Non è retorico e arcaico affermare, a questo punto, che una società merita il nobile titolo di "civile" solo quando è in grado di far rispettare tutte le varie forme di vita. In una società progredita non dovrebbero essere ammessi soprusi e violenze, né tra sessi diversi né tra specie diverse.







FAST FOOD VIOLENTO

Abbiamo già parlato male del "cibo veloce" per cui, quando su Panorama è apparso l'articolo intitolato "Fast food violento: l'hamburger rende i giovani più aggressivi, la prova in alcune ricerche," la nostra irreversibile convinzione che la carne fa male ha avuto l'ennesima riprova scientifica.
"Un numero sempre crescente di scienziati  dice Panorama  è convinto che le vere origini del problema della violenza tra i minorenni vadano ricercate non solo nella struttura sociale e nella morale, ma semplicemente nell'alimentazione contemporanea."
Imputato numero uno di questa serrata requisitoria scientifica è l'hamburger, alimento principale del nuovo modo di mangiare che in America viene definito junk food, il cibo spazzatura.
"Il pioniere in queste ricerche  secondo il settimanale della Mondadori  è stato il criminologo californiano Stephen Schoemthaler, che nel corso di dieci anni ha condotto ottocento indagini nelle prigioni e nelle case di correzione statunitensi, sostituendo nella dieta dei detenuti le bevande gassate con succhi di frutta ed eliminando hamburger e patatine fritte.
I risultati sono stati così convincenti che il tribunale di San Francisco ha riconosciuto ad un omicida la diminuita capacità di intendere e di volere dovuta al consumo di junk food.
A favore dell'ipotesi si sono schierati anche altri scienziati autorevoli. Charles Patrick Ewing, dell'Università Statale di New York, uno degli psicologi più eminenti degli Usa, ne ha fatto oggetto di una relazione al Congresso dell'Associazione Americana di Psicologia. Certo dietro all'aumento di violenza tra i giovani ci sono altri fattori come violenze familiari, droga e povertà, ma l'alimentazione è probabilmente il fattore più importante".
La Bhagavad-gita decine di secoli fa spiegava che l'essere umano non ha bisogno di mangiare carne animale perché i cereali, la verdura, la frutta e i latticini si trovano in abbondanza.
Questi cibi naturali sono considerati dalla Bhagavadgita come alimenti della virtù, mentre la carne è l'alimento tipico di chi si trova sotto l'influenza dell'ignoranza.















LA SCIENZA DELLA
REALIZZAZIONE DI DIO

Posso prendere una qualsiasi via spirituale e arrivare alla stessa meta? Dio è una persona o solo energia? Posso diventare Dio?.... Quando si giunge alla scienza della realizzazione di Dio, la maggior parte delle persone è piuttosto all'oscuro. In questa conversazione televisiva (trasmessa dalla Sunflower Cablevision di Lawrence, Kansas) con il Professor Alphonso Verdu dell'Università del Kansas, Dhrstadyumna dasa, per essere chiaro, cita l'antica letteratura Vedica dell'India "la torcia della conoscenza"



Professor Verdu: Forse potremo parlare delle basi dei vostri programmi, degli ideali, della religione, e della filosofia. Prima stavi dicendo che il vostro principale scopo è arrivare alla coscienza di Krsna. Che cosa intendi con Krsna?
Dhrstadyumna: Krsna è il trascendentale nome di Dio che significa "infinitamente affascinante". Noi sappiamo che Egli può avere molti nomi, ma in realtà Dio è uno.
Professor Verdu: La Bhagavad-gita è una delle principali opere tradotte dal vostro maestro spirituale e parla di Krsna come di un'incarnazione di Visnu.
Dhrstadyumna: No. In realtà, secondo la letteratura vedica, Visnu è un'espansione di Krsna. La Brahmasamhita (5.48) afferma: "Adoro il Signore primordiale, Govinda, del quale la persona di MahaVisnu è l'emanazione di un'emanazione." Anche Srila Vyasadeva stesso, autore delle Scritture vediche, dice nello SrimadBhagavatam (1.3.28): ete camsa  kalah pumsah krsnas tu bhagavan svayam. Dopo aver elencato le differenti incarnazioni di Dio, Srila Vyasadeva dice che Krsna ne è la fonte originale.
Professor Verdu: Oh.
Dhrstadyumna: Quando molte candele vengono accese da una candela originale, la qualità della luce delle singole candele è eguale sebbene siano separate. Nello stesso modo Krsna è la persona originale da cui provengono tutte le incarnazioni. Professor Verdu: Allora qual è la tua comprensione del verso della Bhagavad-gita dove si dice che Krsna è l'ottava incarnazione di Visnu, e che ne è solo una manifestazione materiale antropomorfa?
Dhrstadyumna: Questa non è un'affermazione della Bhagavadgita. Nell'undicesimo capitolo della Bhagavadgita, Krsna rivela ad Arjuna la sua forma universale, all'interno della quale sono contenuti tutti gli universi. Poi ad Arjuna appare la forma di Visnu a quattro braccia, e infine la forma originale di Krsna a due. Il corpo di Krsna non deve mai essere considerato materiale. Come afferma la Brahmasamhita (5.1) isvarah paramah krsnah: "Krsna, conosciuto come Govinda, è il controllore supremo. Egli ha un corpo eterno e pieno di beatitudine. E' l'origine di ogni cosa e non ha altra origine. E' la causa prima di tutte le cause." Anche da un esame analitico delle personalità di Visnu e di Krsna, possiamo comprendere che, mentre Visnu è adorato con rispetto e timore reverenziale in una relazione di servizio, solo nella persona di Krsna puoi adorare Dio come tuo più caro amico o anche come tuo figlio, o addirittura puoi instaurare con Lui una reciproca relazione di amante e amato. Questo succede solo con Krsna.
Professor Verdu: Sri Giusto.
Dhrstadyumna: Perciò, poiché Visnu non manifesta queste caratteristiche, la forma e la personalità di Krsna, sono considerate, in un certo senso, superiori.
Professor Verdu: Si. La Bhagavadgita parla di tre diverse strade verso la liberazione o verso la salvezza ultima  cioè, karmayoga, jnanayoga e bhaktiyoga. Prima di tutto cosa intendi per karmayoga e cosa con karma in sé.
Dhrstadyumna: karma significa "azione in relazione con lo sviluppo del corpo materiale". Proprio come studiamo in fisica o in chimica, che a ogni azione corrisponde una reazione, così la pura coscienza originale dell'anima è attualmente coperta da un corpo materiale a seconda del suo karma, il suo operato. Le buone azioni producono buoni risultati  come bellezza fisica, buona discendenza, e minori sofferenze - le cattive azioni producono cattivi risultati. "Ciascuno raccoglie ciò che ha seminato".
Professor Verdu: Ora, riguardo al corpo materiale, tu consideri la mente come sua parte, il corpo sottile'?
Dhrstadyumna: Si. Nella Bhagavadgita (7.4), Krsna dice:

bhumir apo 'nalo vayuh
kham mano buddhir eva ca
ahankara itiyam me
bhinna prakrtir astadha

Questo significa che Dio ha otto energie materiali: cinque grossolane (terra, acqua, fuoco, aria e etere) e tre sottili (mente, intelligenza, e falso io). Il corpo materiale è una combinazione di questi elementi. La specifica forma e le qualità di ogni corpo sono determinate dal desiderio e dalle attività dell'anima individuale (jiva). L'anima individuale è superiore alla materia poiché è eternamente cosciente e immutevole.
Professor Verdu: la Bhagavadgita parla spesso delle tre qualità della materia virtù (sattva), passione (rajas) e ignoranza (tamas). Qual è il loro ruolo secondo voi?
Dhrstadyumna: L'influenza della passione è caratterizzata dal forte desiderio e dai grandi sforzi per godere i frutti delle proprie attività, e dalla gratificazione dei sensi. In definitiva la sua caratteristica è il sesso. Proprio come questa nazione: è molto passionale.
Professor Verdu: Vorresti allora dire che gli Americani sono per lo più sopraffatti dall'influenza della passione?
Dhrstadyumna: Sì, ed è presente anche la qualità dell'ignoranza. Questa influenza è caratterizzata dall'intossicazione, dal troppo sonno, dalla mancanza di pulizia, dal gioco d'azzardo e dalla pigrizia. Professor Verdu: Giusto, giusto.
Dhrstadyumna: Proprio come ho visto, che molti giovani prendono droghe e diventano molto sporchi e pigri. Questo significa che stanno diventando...
Professor Verdu: Sopraffatti da tamas, l'ignoranza  giusto! Anche se dichiarano che stanno accumulando sattva  l'elemento della luce, della comprensione e della conoscenza?
Dhrstadyumna: Sì. Ciò che stanno percependo è allucinazione o illusione. Possiamo capire un albero dai suoi frutti. Loro possono dichiarare di essere illuminati prendendo intossicanti, ma è chiaro che stanno facendo le cose più degradate. Questa non e l'influenza della virtù.
Professor Verdu: Sì. Alcuni dei miei stessi studenti hanno preso droghe per fare esperienza, ma gradualmente hanno realizzato che quella non era la via giusta.
Dhrstadyumna: Grandi santi e mistici hanno passato le loro intere vite in penitenza e austerità, compiendo sacrifici per realizzare Dio. Pensare che semplicemente prendendo delle pillole si possa comprendere Dio  è una sciocchezza.Professor Verdu: Sì, sono completamente d'accordo. Abbiamo parlato del karma. E il karmayoga?Dhrstadyumna: Che uno si trovi sotto l'influenza della virtù, della passione, o dell'ignoranza, è condizionato dai risultati delle proprie attività. Così se si rinuncia ai risultati delle proprie attività (se non alle attività stesse) per lo scopo più elevato di servire Dio, questo si chiama karmayoga.
Professor Verdu: E il jnanayoga, lo yoga della pura conoscenza spirituale?
Dhrstadyumna: Sì, jnana significa speculazione filosofica per giungere a una comprensione impersonale di Dio.
Professor Verdu: Sankaracarya non era un difensore di questo metodo che è totalmente impersonalista? Non diceva che lo stato ultimo a cui deve giungere l'anima è la dissoluzione della personalità, e la disintegrazione dell'individualità? Dhrstadyumna: No, non è quello lo stadio ultimo.
Professor Verdu: Ma Sankara propose quello come stadio finale.
Dhrstadyumna: Ma noi dobbiamo capire la classe di uomini alla quale si rivolgeva. A quel tempo, il buddismo era il pensiero predominante in India. Buddha cacciò i Veda dall'India. Sankara intendeva ristabilire l'autorità vedica. ma non poteva presentare l'aspetto personale di Dio, perché la gente era troppo impersonalista. Essi credevano nel vuoto del buddismo, il nirvana, il nulla. Così egli pensò di elevarli ad accettare l'autorità vedica presentando i Veda in modo impersonale. Ma al momento di lasciare questo mondo materiale, egli stesso disse ai suoi discepoli:bhaja govindam bhaja govindam bhaja govindam mudhamate samprapte sannihite kalena hi na hi raksati dukrnkarane"Sciocchi e canaglie, tutto il vostro parlare fiorito e la vostra speculazione filosofica non vi salverà al momento della morte. Adorate Govinda, adorate Govinda, adorate Govinda" (Govinda è un altro nome di Krsna.) E Sankara stesso scrisse molti poemi che glorificano Krsna come Supremo, trascendentale a questa manifestazione cosmica: narayanah paro 'vyaktat. Egli ha ammesso nel suo commento alla Bhagavadgita che Krsna è Dio la Persona Suprema che apparve come il figlio di Vasudeva e Devaki. Professor Verdu: Sì. Ma generalmente il sistema di Sankaracarya è inteso come un tutt'uno considerando tutti i commenti che ha scritto sulle Upanisad e sul Vedanta Sutra di Badarayana. Egli propone sì un aspetto personale della divinità del Brahman, un aspetto detto isvara, ma sostiene che quest'aspetto è condizionato dalla qualità della virtù, e solo in questo senso il Brahman si personalizza. Egli dice che l'unione del devoto con l'isvara, la manifestazione personale, è uno stato transitorio. Questo stato, bhakti, è uno stato di unione amorosa, ma contiene una dualità, perché implica una distinzione tra chi adora e Dio, la Persona Suprema. Sankara disse che l'ultimo stadio consiste nel trascendere questa distinzione e entrare nell'unità totale con il Brahman. E questo è il motivo per cui chiamò il suo sistema kevaladvaita, che significa non distinto, non dualistico, monismo puro. Dhrstadyumna: Sì. Ma qui stava l'astuzia di Sankara. Professor Verdu: Cosa?
Dhrstadyumna: Stava solo imbrogliando gli atei, che volevano negare Dio nella Sua individualità. In seguito Ramanuja acarya, Madhvacarya e infine Sri Caitanya Mahaprabhu diedero una spiegazione più completa. Sri Caitanya spiega che la Verità Assoluta e le entità viventi sono acintyabhedabhedatattva: inconcepibilmente allo stesso tempo uno e differente. In altre parole, l'entità vivente, (anima individuale) e Dio (l'Anima Suprema) sono uno come qualità ma differenti in quantità. Noi potremmo avere una piccola quantità di conoscenza, bellezza, forza, fama, ricchezza, o rinuncia, ma Dio possiede contemporaneamente tutte queste opulenze in quantità infinita. Per questo noi non potremo mai essere uguali a Lui sotto ogni aspetto.
Professor Verdu: Allora dici che la distinzione tra Brahman e l'anima individuale non è qualitativa ma quantitativa?
Dhrstadyumna: Sì, e dico anche che il Brahman impersonale è un'emanazione del parabrahman personale, Krsna.
Professor Verdu: Questo è la concezione di Caitanya.
Dhrstadyumna: E' la versione vedica autentica, come conferma il quattordicesimo capitolo della Bhagavadgita: brahmano hi pratisthaham: "Io sono la base del Brahman impersonale" (B.g. 14.27) ed è anche confermato nella Brahmasamhita (5.40), dove Sri Brahma afferma: "Adoro Govinda, il Signore originale, il cui splendore è la sorgente del Brahman descritto dalle Upanisad". Professor Verdu: Dunque, la terza via per la realizzazione spirituale, la più elevata secondo la Bhagavadgita, è il bhakti-yoga, la via dell'amore.
Dhrstadyumna: Sì: Dio ha tre aspetti: il primo impersonale; il secondo l'Anima Suprema localizzata nel cuore di ogni essere vivente; e il terzo, la Persona suprema. Così con il jnanayoga (la discriminazione filosofica) e con le austerità, si può comprendere la forma impersonale. Con la pratica del sistema di Patanjali in otto fasi, astangayoga, si può realizzare l'Anima Suprema localizzata all'interno del cuore. Ma solo con la devozione, l'amore e il servizio si può realizzare il supremo aspetto personale di Dio. Nella Gita, Sri Krsna dice: "Si può comprendere la Persona Suprema così com'è solo attraverso il servizio devozionale. E quando si è pienamente coscienti del Signore Supremo con questa devozione, si può entrare nel regno di Dio" (B.g. 18.55).Professor Verdu: La Bhagavadgita ci dice che il dhyanayoga o jnanayoga, che è la via impersonale, è difficile e piena di ostacoli, mentre il bhaktiyoga è facile. In che senso è facile?
Dhrstadyumna: Perché nel bhaktiyoga il mezzo, il servizio a Dio, corrisponde allo scopo finale. E' completamente naturale per essere vivente; è naturale essere persone individuali e desiderare di servire Dio. Come diceva Sri Caitanya: jivera 'svarupa' haya / krsnera 'nitya-dasa': "E' la posizione costituzionale delle entità viventi: essere eterni servitori di Krsna". Ci sono addirittura esempi di animali che hanno raggiunto l'amore per Dio attraverso il bhaktiyoga.
Professor Verdu: Che metodi usate nella vostra pratica yoga? Per esempio, nel dhyanayoga si è sempre data enfasi, sin dai tempi delle Upanisad, alla ripetizione di certe sillabe sacre, come l'om, che è considerato la sintesi suprema di tutte le cose coscienti, e che perciò può essere paragonato alla luce bianca, la sintesi di tutti i differenti colori. Voi però non fate riferimento alla ripetizione della sillaba om, non è così?
Dhrstadyumna: Krsna dice, pranavah sarvavedesu:... "Tra tutte le sillabe, io sono la sillaba om nei mantra vedici". Questa sillaba om è la rappresentazione alfabetica di Dio ed è usata per invocare Dio, la Persona Suprema: "O Mio Signore".Professor Verdu: Che tipo di mantra usate?
Dhrstadyumna: Noi cantiamo il maha-mantra Hare Krsna, che è equivalente all'om, ma è più personale: Hare Krsna Hare Krsna Krsna Krsna Hare Hare/ Hare Rama Hare Rama Rama Rama Hare Hare. Significa "O Mio Signore, O energia del Signore, per favore impegnami al Tuo servizio".
Professor Verdu: Cantate insieme o da soli?
Dhrstadyumna: Entrambi. Abbiamo il nostro japa per la meditazione personale... Professor Verdu: Come un rosario cattolico...
Dhrstadyumna: Sì, per aiutare la concentrazione. Ma cantiamo anche insieme, in un gruppo, perché in quest'era di discordia e ipocrisia, il metodo raccomandato per realizzare di Dio (non importa che religione tu segua o che nome di Dio usi, purché sia autorizzato) è di glorificare il santo Nome di Dio insieme ai Suoi devoti.Professor Verdu: Per l'effetto del maha mantra nel processo della realizzazione di Krsna, concepisci la necessità affidarti alla Sua grazia perché Krsna ti aiuti?
Dhrstadyumna: Sì. Perché noi siamo limitati, non possiamo comprendere l'infinito con i nostri sforzi insignificanti. Ma l'infinito ha il potere di scendere al nostro livello di cognizione e di rivelarsi a noi. Infatti, questo è l'unico sistema per comprendere la Verità Assoluta. Il mantra Hare Krsna è una preghiera al Signore Supremo e alla Sua energia affinché impegni l'anima individuale al Suo eterno servizio. Il nostro maestro spirituale, Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada, ci ha insegnato a non essere ansiosi di vedere Dio, ma ad agire in modo tale che Dio desideri vederci. Cantando il nome di Dio, il cuore si purifica. Nel primo degli otto versi sul santo Nome, Sri Caitanya Mahaprabhu dice: "Gloria al canto del santo Nome di Sri Krsna, che spazza via dai nostri cuori tutta la polvere accumulata negli anni, ed estingue il fuoco dell'esistenza condizionata con le sue nascite e morti ripetute. Questo canto è la più grande benedizione perché diffonde i suoi raggi come una luna benevola. E' la vita di tutta la conoscenza trascendentale, accresce l'oceano di felicità e ci permette di gustare pienamente il nettare che desideriamo da sempre".
Professor Verdu: Pare che il tempo sia terminato. Penso che questa sia stata una conversazione molto interessante e ti ringrazio molto per questo incontro. Spero di incontrarti ancora.
Dhrstadyumna: Hare Krsna.















ABBONATEVI

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Per informazioni chiamate il numero 055/8076414 o scrivete alla Bhaktivedanta Book Trust - Via Bonazza 12 - 50028
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Hare Krsna
Hare Krsna
Krsna Krsna
Hare Hare
Hare Rama
Hare Rama
Rama Rama
Hare Hare

In questa era di Kali, non c'è altro principio religioso al di là del Canto del Santo Nome, che è l'essenza di tutti gli inni vedici.
Questo è il significato di tutte le Scritture.
(C.c. Adi-lila 7.74)















Un tesoro di conoscenza spirituale

Il Libro di Krsna

La Bhagavad-gita così com'è

Il Nettare della devozione

Per informazioni: Bhaktivedanta Book Trust - Strada Bonazza 11 - 50028Tavarnelle Val di Pesa - Firenze
Telefono 055/8076414

fine del numero di maggio 1991.